:: Google Mail e Privacy in Rete
I difensori della Privacy hanno reso pubbliche numerose obiezioni nei confronti del nuovo servizio GMail, che verrà offerto da Google con l’inserimento di pubblicità basata sul contenuto testuale delle e-mail archiviate. Ben 28 gruppi di sostenitori della Privacy hanno chiesto all’azienda Google Inc. di sospendere il progetto di effettuare scansioni delle comunicazioni come base per la definizione degli interventi pubblicitari. Una organizzazione europea per il sostegno della Privacy ha nel frattempo già richiesto al governo britannico e tedesco di aprire una inchiesta sul servizio offerto da Google.
L’azienda statunitense ha risposto che di fatto non c’è nulla di nuovo nella scansione automatizzata delle e.mail, in quant oil servizio proposto da Google non farà nulla di diverso da quanto viene normalmente fatto dai programme antivirus e anti-spam, che effettuano scansioni del traffico di e-mail sui server della maggior parte dei provider.
Un ampio gruppo di sostenitori della Privacy, che comprende tra gli altri l’Electronic Privacy Information Center, la Consumer Federation of America, la National Consumers League e la British Columbia Civil Liberties Association, hanno presentato al governo USA una obiezione formale.
"Il servizio Gmail proposto da Google ed il modus operandi previsto per le sue unità operative fanno sorgere numerosi scottanti dubbi” sostiene il gruppo in una lettera inviata alla direzione di Google e data alla stampa internazionale. “La scansione di messaggi E-mail viola di fatto la fiducia implicita in un E-mail service provider, e propone una riduzione nella privacy per le comunicazioni via email. Questo precedente potrebbe essere adottato da altre aziende e governi e potrebbe persistere ben oltre la fine di Google."
Il nuovo servizio E-mail offerto da Google, che ne ha annunciate il progetto la scorsa settimana, è certamente rivoluzionario. Fino ad 1 Gigabyte di spazio e attachements fino a 10 Mega, rendono I due maggiori servizi attualmente esistenti (Yahoo e Hotmail) dei nani del settore.
E’ però il servizio pubbllicitario, con il quale Google conta di ripagarsi per la struttura gratuita offerta al pubblico, ad aver attirato l’attenzione dei difensori della Privacy. Google ha infatti in programma di procedere alla scansione dei messaggi e-mail per determinare in base al testo l’inserimento di messaggi pubblicitari che saranno quindi targetizzati in modo estremamente preciso. In pratica, ricevendo una mail da un amico che ci chiede se abbiamo riparato il nostro videoregistratore, potremmo trovare un annuncio pubblicitario di un locale riparatore di attrezzature video Hi-Fi.
L’idea è in effetti una piccolo rivoluzione: I sostenitori della Privacy fanno notare che anche se lo scanning dei messaggi e-mail viene effettuato automaticamente da un software, ed anche se gli utenti GMail hanno accettato di vedere la pubblicità nelle E-mail per poter usufruire del servizio, chi invia messaggi ad un utente GMail è una terza parte che non ha dato a Google l’autorizzazione ad aprire la propria corrispondenza.
Una bella battaglia, ed un interrogativo rilevante per tutti gli esperti ed i sostenitori della Privacy. Vero è che la corrispondenza privata è sacra in tutti i Paesi dove sono state approvate leggi sulla Privacy, ma è altrettanto vero che moltissime aziende concedono caselle e-mail ai propri dipendenti solo dietro sottoscrizione di una informativa con la quale l’azienda è autorizzata ad effettuare scansioni e/o a visionare i messaggi in partenza ed in arrivo. Non si tratta solamente di ragioni di sicurezza (es.: traffico di informazioni riservate), ma anche di diritto al controllo da parte dell’azienda circa l’utilizzo da parte dei dipendenti di ore lavorative per lo scambio di messaggi e comunicazioni che nulla hanno a che fare con il lavoro.
Ma anche al di la dei casi in cui viene fatta sottoscrivere una informativa, il nostro “sistema informatico” è veramente un ambito dove le leggi sulla Privacy possono essere applicate al 100% ? Non sto parlando solo dell’ormai noto problema dello SPAM, che invade ogni giorno le nostre caselle postali con messaggi indesiderati, inutili e in molti casi fastidiosi. Oltre a non poter in molti casi agire in nessun modo contro chi utilizza e diffonde il nostro indirizzo e-mail per l’invio di spazzatura, le e-mail o le comunicazioni telefoniche che vengono incaviate da noi ad amici, parenti, colleghi, conoscenti, sono veramente “private” ?
E’ questa la domanda che sta dietro alle richieste di chiarimenti sul sistema di controllo Echelon, ormai all'ordine del giorno delle istituzioni europee dopo anni in cui i silenzi e le reticenze dei governi coinvolti nell'attività di ascolto delle comunicazioni (Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda) avevano spinto a negare l'esistenza stessa di quell'apparato di controllo. Ora si sa che funziona da molti anni, che ha raccolto e continua a raccogliere informazioni sui cittadini degli Stati più diversi. Permane ancora l'incertezza sull’utilizzo dei dati raccolti, e sono evidenti le resistenze degli Stati gestori del sistema ad accettare limitazioni e controlli. Ma fin d'ora è possibile mettere a fuoco le questioni ineludibili, alle quali dovranno darsi risposte politiche e istituzionali, mancando le quali l'Unione Europea rischia uno scacco proprio su quel terreno della legalità che sta cominciando a privilegiare, visto che ha messo in cantiere una ambiziosa Carta dei diritti fondamentali.
Accertata l'esistenza di Echelon, finalmente ammessa da Stati Uniti e Gran Bretagna, si discute sulle sue finalità: apparato tradizionale di raccolta di informazioni a fini di sicurezza o anche strumento per acquisire dati economici che avvantaggiano le imprese appartenenti ai cinque paesi del sistema? L'amministrazione americana nega ogni utilizzo commerciale. Ma questa tesi ufficiale è contraddetta dalle dichiarazioni dell'ex-direttore della Cia, apparse in una sede autorevole come il Wall Street Journal. James Woolsey, con notevole tracotanza, ha esplicitamente confermato la raccolta di informazioni sulle imprese europee, giustificandola con la necessità di contrastarne l'abitudine alla corruzione dei contraenti stranieri, unico modo per compensare la loro arretratezza rispetto alle imprese americane (di nuovo una giustificazione "etica" per pure politiche di potenza). A questa affermazione si è aggiunta negli ultimi giorni una indiretta conferma da parte del governo inglese, che ha sostenuto la legittimità di Echelon richiamando la necessità di difendere il "benessere economico" del Paese, e non solo la sicurezza nazionale e la prevenzione dei reati.
Non dimentichiamo che anche l’Europa vuole dotarsi di una base segreta che intercetti tutto:se ne conosce già il nome in codice, Enfopol (Eforcement Policy) e la data e il luogo di nascita: Lisbona, 24 marzo 2000, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio Europeo dedicata a "una società dell’informazione per tutti". Ufficialmente gli accordi servono alla lotta contro i grandi criminali ed alla protezione della sicurezza nazionale dei Paesi aderenti. Il concetto di questo sistema è di registrare automaticamente ogni scambio di informazione - sia tramite telefono o cellulare, sia tramite facsimile, e-mail o ogni forma di posta elettronica. I dati dovrebbero essere analizzati e stimati elettronicamente per poi essere trasmessi alle istituzioni interessate. Secondo le più recenti informazioni, l'applicazione di questa tecnologia, che si sta sviluppando ma che parzialmente è gia in fase di elaborazione, implica sia il controllo dell'intera rete di comunicazione e di dati sia l'elaborazione di un profilo dei movimenti di un utente di cellulare. Secondo i progetti e gli accordi con le industrie del settore si pensa anche già dalle tecniche di telecomunicazione della prossima generazione: contatto diretto di satelliti per cellulari. Il progetto Iridium, ad esempio, lavora già ad una sua applicazione.
In un mondo dove aerei vengono lanciati nel centro di grandi metropoli, bombe esplodono all’interno di chiese e moschee, decine di chili di esplosivo fanno strage di viaggiatori su treni per pendolari, non ci si può in nome della privacy scagliare contro le più elementari esigenze di controllo, mentre non si può lasciare che in nome del “legittimo controllo” le nostre preferenze cromatiche per le mutande vengano archiviate in un dossier di qualche corpo di polizia segreta.
Ciò detto, e tornando al problema della molto meno segreta, anzi fortemente pubblicizzata, attività di Google nello scanning automatico dei messaggi per la definizione di inserti pubblicitari targetizzati, a me sorge spontaneo il pensiero “ma dov’è il problema” ? Se per avere 1 Gb di spazio gratuito ed un sistema e-mail che funziona devo accettare che uno spider selezioni keywords rilevanti nei miei messaggi privati per presentare messaggi pubblicitari, ebbene così sia. Anzi, sinceramente vorrei che le mie attuali caselle postali venissero analizzate da un software che mi serva annunci targetizzati ed elimini, in cambio, lo spam: oggi su un centinaio di e-mail ricevute ne avevo circa una ventina “reali”, mentre tutte le altre erano proposte di pillole miracolose per le mie prestazioni sessuali o offerte di software a prezzi bassissimi. Il futuro del Direct Marketing ed una maggiore difesa dallo SPAM passano anche attraverso l’accettazione (consapevole ed a fronte di informative chiare e dettagliate) di un certo “controllo” da parte di agenti software automatizzati.
| inserito da ettore @ 15.04.04 | 11:33 |